Un po’ di giorni fa ho scoperto, grazie a una segnalazione dell’amico Massimo Giuliani, che Giulio Mozzi proponeva, su Vibrisse, bollettino di letture e scritture, di cimentarsi nella scrittura di Tipi umani in forma di sonetto, fornendone alcuni esempi, insieme alle regole del gioco.
La malìa dell’endecasillabo mi ha presa, come al solito, e ci ho provato anch’io.
Complici inconsapevoli, oltre al consapevole Massimo, sono stati Valerio Magrelli, Stefano Bartezzaghi (che ha riportato sul suo ultimo libro, Il falò delle novità, una delle poesie di Magrelli che amo di più) e Umberto Eco. E anche, un po’, Giacomo Leopardi.
Io fumo e fumo pure camminando,
di questa cosa non so fare a meno,
non ho pace se il bronco non è pieno
di fumo, e fumo pure passeggiando.
Se scrivo, fumo, e fumo lavorando,
fumo se penso (e penso: “m’avveleno!”),
fumo se guido – non mi tengo a freno –
ma soprattutto fumo camminando.
E camminando, dopo ogni boccata,
il fumo già soffiato lo attraverso,
sto dov’era diretta la soffiata
e recupero quel residuo perso
che mi precede nella camminata
e in cui, lieto e pensoso, sono immerso.
Ispirata da una poesia di Valerio Magrelli (*), già dopo il primo endecasillabo (dove “Io cammino fumando” è diventato “Io fumo e fumo pure camminando”) mi sono resa conto che quella parodia non poteva funzionare con la quantità di versi richiesta da un sonetto; quindi ho abbandonato l’idea e, pur conservando l’ispirazione magrelliana, ho deciso di limitarmi a descrivere il tipo umano “fumatore incallito”: da questo è scaturito il “non so fare a meno” che ha determinato le rime seguenti (“freno”, poi, mi è stata suggerita dalla guida).
Nelle terzine finali torna la parodia, con l’aggiunta di una citazione (“lieto e pensoso”) che mi è venuta in mente perché avevo da poco ascoltato un intervento di Umberto Eco e Stefano Bartezzaghi alla “Repubblica delle idee”, nel quale Eco aveva recitato alcuni versi di “A Silvia”. Naturalmente, nella poesia di Magrelli non c’è alcun accenno al tabagismo, che invece ho voluto rimarcare con il primo verso dell’ultima terzina, dove l’ansia di recuperare anche il fumo già soffiato (perso) si è integrata con l’esigenza della rima con “attraverso”.
(*)
Io cammino fumando
e dopo ogni boccata
attraverso il mio fumo
e sto dove non stavo
dove prima soffiavo.
(Valerio Magrelli, Nature e venature, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1987)
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Commenti recenti