I traduttori automatici possono essere dei prodigiosi strumenti di letteratura potenziale: si ottengono risultati interessanti traducendo un testo dall’italiano in un’altra lingua qualsiasi e ritraducendo in italiano il testo così ottenuto. Risultati ancora migliori e testi più surreali si ottengono con più di un passaggio. Negli esempi che seguono (L’infinito e l’incipit dei Promessi Sposi), ho tradotto (forse esagerando) dall’italiano al russo, dal russo all’inglese, dall’inglese all’arabo, dall’arabo al francese e dal francese all’italiano.
Era ancora costoso per me questo colle da soli,
questa barriera, molti
un orizzonte, visualizzazione finale.
Ma sedetevi e pensate all’infinito
spazio per questo, e sovrumano
un profondo silenzio e la pace.
Pensavo di far finta che io sono
dove in un breve periodo
il mio cuore non è scioccato. Come il vento
voglio dire, nel furto di queste piante, che
il silenzio infinito di questo articolo
confronto VO, e mi ricordo l’eterno,
e le stagioni morte, e questo
vivere, e la voce di esso. Anche tra quelli
l’entità del naufragio dei miei pensieri:
e dolce annegare in questo mare.
Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare.
*
Questo ramo del Lago di Como, sulla strada per il pomeriggio tra due catene non interrotte di monti, tutto per il cancro al seno e frutti di bosco, a seconda della presentazione, cadde di nuovo, e disse che improvvisamente ridotto assume l’aspetto e il fiume, tra la testa su un lato opposto del fiume e il ponte di collegamento su entrambi i lati di questo, sembra che questa transizione più sensibile all’occhio, e segna il punto che termina nel lago e l’ADA, di nuovo, quindi riprendere il nome del lago, ancora una volta, permettendo all’acqua di diffondere e rilassarsi nelle baie, una cassa e di nuovo.
Quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni ed a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, viene quasi a un tratto a ristringersi e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un’ampia riviera di rincontro; e il ponte che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all’occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa e l’Adda ricomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lasciano l’acqua distendersi e allentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni.
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