Nella rubrica dei giochi di pagina99, Si celano parole è un gioco che, ispirato dalle cancellature dell’artista Emilio Isgrò, manipola un testo poetico per ricavarne un altro, dotato di senso ma completamente estraneo a quello di partenza.
Nel numero 6 del 6 febbraio scorso, il primo esempio è stato la cancellatura di buona parte dell’Infinito, il cui risultato è una breve poesia che sembra evocare la triste sorte di molti migranti:
Caro orizzonte
quiete per poco
E vento
silenzio
morte.
S’annega
in questo mare.
All’invito a giocare hanno risposto alcuni lettori, le cui poesie cancellate sono state pubblicate nel numero 8 (Sandra Muzzolini e Antonio Prenna) e nel numero 10 (Mimmo Pugliese).
Sandra Muzzolini ha giocato con una poesia di Umberto Saba, Sera di febbraio, ricavandone un’altra che ha intitolato A Giacomo:
Spunta la luna.
Nel viale è ancora
giorno, una sera che rapida cala.
Indifferente gioventù s’allaccia;
sbanda a povere mète.
Ed è il pensiero
della morte che, in fine, aiuta a vivere.
la luna
è ancora
indifferente
sbanda
il pensiero
in fine, a vivere.
La poesia inviata da Antonio Prenna è stata invece ricavata cancellando buona parte degli ultimi versi della Chimera, dai Canti Orfici di Dino Campana:
Guardo le bianche rocce le mute fonti dei venti
E l’immobilità dei firmamenti
E i gonfii rivi che vanno piangenti
E l’ombre del lavoro umano curve là sui poggi algenti
E ancora per teneri cieli lontane chiare ombre correnti
E ancora ti chiamo ti chiamo Chimera.
Guardo l’ombre
curve là sui
teneri cieli
chiare ombre correnti.
Mimmo Pugliese ha cancellato gran parte del Preludio alle Odi Barbare di Giosuè Carducci, ricavandone una poesia di ispirazione, a suo dire, sadomaso:
Odio l’usata poesia: concede
comoda al vulgo i flosci fianchi e senza
palpiti sotto i consueti amplessi
stendesi e dorme.
A me la strofe vigile, balzante
co ’l plauso e ’l piede ritmico ne’ cori:
per l’ala a volo io còlgola, si volge
ella e repugna.
Tal fra le strette d’amator silvano
torcesi un’evia su ’l nevoso Edone:
piú belli i vezzi del fiorente petto
saltan compressi,
e baci e strilli su l’accesa bocca
mesconsi: ride la marmorea fronte
al sole, effuse in lunga onda le chiome
fremono a’ venti.
Odio i consueti amplessi
Fra le strette
piú belli i vezzi del fiorente petto
saltan compressi,
e baci e strilli
fremono a’ venti.
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