Il 20 aprile 2013, Giorgio Napolitano veniva eletto Presidente della Repubblica, per la seconda volta e in un contesto di grande caos. Qui si celebrò – per così dire – l’evento, con un paio di quartine alle quali seguirono i commenti di alcuni amici, in un crescendo che culminò con i versi ispirati dalla nascita del governo Letta, quello delle larghe intese. Ricordando quella settimana di passione endecasillaba, l’amico e compagno di giochi Claudio Mercandino ha scritto questi nuovi endecasillabi.
Tre giri fé la Terra intorno al Sole
da quella ria semana di travagli:
pel tristo tradimento ancor mi duole
di quelle centoun serpi a sonagli,
serpi che il nido avrebbero allestito
ben presto nel palazzo dei Senesi
dove si trasferì e tenne convito
il Guelfo cacciaballe. In pochi mesi,
dopo la grande beffa – “Stai sereno!” –
così il Gonfaloniere e i suoi sodali
(ofidi che il partito crebbe in seno)
nei dorsi amici infissero i pugnali.
Or da due anni e più regna il Cialtrone
e a picconate, nomoclasta, abbatte
del povero i diritti, e del padrone
s’industria a agevolar le malefatte;
repubblica trasforma in signoria,
gli etruschi infila in ogni istituzione
e, con la sua devota oligarchia,
del Cavalier si mostra quasi un clone.
Ma “tosco”, a ben pensar, vuol dir veleno
e, s’è una banca, è infida assai l’Etruria,
e, se ai suoi tanti “gufi” porre freno
vuole Matteo, ricorre a sprezzo e ingiuria.
Che dire poi dell’Elena graziosa
che i maldicenti dicon fonte d’estro?
Dalla provincia vien tanto insidiosa
che fu della P2 del Gran Maestro!
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