Con questa parodia di Meriggiare pallido e assorto ho partecipato a un gioco lanciato dal blog L’officina della parola – Un libro e un blog di Stefano Brugnolo e Giulio Mozzi
Mescolare madido e assorto
un risotto ai sapori dell’orto,
annusare tra i porri e il radicchio
il Merlino che sfuma (no, è Verdicchio).
(Sulle crêpes già pronte con la veccia (*)
spiar le file di rosse formiche
ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
a sommo di minuscole biche.)
Osservare alla fine il palpitare
delle scaglie di grana a mantecare
mentre si levano (**) d’aglio gli spicchi e
si compattano i calvi chicchi.
E fondendosi l’ultima scaglia
scoprire con triste meraviglia
com’è tutta una macchia la tovaglia.
Dov’è il promesso bianco che t’abbaglia?
A seguir le réclame non ci si piglia.
(*) La Vicia sativa pare sia commestibile.
(**) qui “si levano” va inteso come “si tolgono”
Una variante dell’ ultima strofa:
E fondendosi l’ultima scaglia
scoprire con triste meraviglia
com’è tutta una macchia la tovaglia:
a volte col bucato ci si sbaglia.
Ma è in cima il cavatappi alla bottiglia.
Complimenti è davvero ottima!! Tra l’altro ” meriggiare” è tra le mie poesie preferite; la parodia è assolutamente all’altezza dell’originale!!♥♥♥
Cara Monica,
“all’altezza dell’originale” mi pare eccessivo, ma sono contenta ti sia piaciuta. Grazie,
L’ha ribloggato su daisuzoku.
Bellissima!
grazie!