Un mio sonetto, scritto per il gioco poetico Le cose che ci sono in casa che va avanti su vibrisse, era nato come componimento più lungo, nel quale si alternavano endecasillabi e settenari e che è stato poi rimaneggiato più volte da Giulio Mozzi e da me. Il risultato finale lo riscrivo qui, chi avesse voglia di conoscere tutti i passaggi può leggere qui.
La scatola dei bottoni
L’odore che conserva questa scatola
di latta, tra i bottoni, è quello stesso
che c’era in sartoria, dai nonni: piccola
sala – laboratorio – pranzo – ingresso.
Io lì in ginocchio, con la calamita,
dal pavimento chiaro di graniglia
aghi e spilli recuperavo ardita
beandomi di tanta meraviglia.
Questo odore leggero e un po’ stantìo
– fruga la mano, mescola – l’annuso
nel mare di bottoni e vado a fondo.
Ce n’è uno perfetto per quel mio
abito démodé: ma sì, lo uso!
Richiudo e mi riporto in questo mondo.
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