Una giovane donna di Tolosa potrebbe sembrare il verso iniziale di un limerick (vedi) – e come tale sarebbe perfetto – e invece è il primo endecasillabo di un sonetto di Guido Cavalcanti (Rime, XXIX):
Una giovane donna di Tolosa,
bell’ e gentil, d’onesta leggiadria,
è tant’e dritta e simigliante cosa,
ne’ suoi dolci occhi, della donna mia,che fatt’ ha dentro al cor disiderosa
l’anima, in guisa che da lui si svia
e vanne a lei; ma tant’è paurosa,
che no le dice di qual donna sia.Quella la mira nel su’ dolce sguardo,
ne lo qual face rallegrare Amore
perché v’è dentro la sua donna dritta;po’ torna, piena di sospir’, nel core,
ferita a morte d’un tagliente dardo
che questa donna nel partir li gitta.
Mi sono permessa (che Cavalcanti mi perdoni!) di appropriarmi di quell’incipit e di comporre un limerick che è quasi una parodia, spero non troppo irriverente, del sonetto:
Una giovane donna di Tolosa
somigliava in maniera pa – u – rosa
alla sua: Cavalcanti
dacché quella con tanti
saluti lo mollò, più non riposa.
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