Piove sul bugnato non può non ospitare questi endecasillabi sulla Val di Susa, scritti dall’amico Claudio Mercandino.
La tachisideròdromofobia (1)
di cui patisce, intera, la Val Susa
è invero una temibil malattia
che chi non vuol la Tav di norma accusa.Con sintomi special si manifesta:
si fan cortei, presìdi, lai, striscioni,
ad ogni ora del giorno si protesta
con slogan, blocchi, strilli e imprecazioni.Il motto dei “pazienti” è “Sarà dura”
e il morbo non ha alcuna medicina:
ancor non si trovò un’acconcia cura
e il clima nella valle s’incasina.Ma c’è chi affetto è poi da un male opposto
e pel veloce treno è uscito pazzo:
ha un sogno, ed è vedere ad ogni costo
il Tgv sfrecciare come un razzo.Il simbol suo è un’intrepida trivella,
ché ogni montagna vuole trapanare,
e, avendo il proprio buco ogni ciambella,
l’acqua perfin vorrebbe sforacchiare.Il fatto è che, in cotal caldo scenario,
del siderodromòfil (2) questo è il bello:
disposto è al rapidissimo binario
aprir la strada a suon di manganello!(1) Tachisideròdromofobia: da tachys (veloce), sideros (ferro), dromos (strada), fobos (odio), ostilità per il treno veloce
(2) Siderodromòfilo: amante dei treni
La prossima settimana riprenderò la tachisidero… su Lessico e Nuvole. Ma una cosa non mi convince: l’accento su quella O. Claudio, Alessandra: ne siete convinti o è un errore di trascrizione? Io lo metterei sulla O successiva!
Io l’ho ripreso da Claudio e mi sembra corretto, Stefano, ma in effetti non mi pare indispensabile alla lettura dell’endecasillabo (dove corrisponde all’accento sulla prima i del “mezzo del cammin di nostra vita”). Non so, bisognerebbe che Claudio si sintonizzasse.
p.s.: cioè, l’accento secondario; il primario va sulla I di fobia, è ovvio.
Solo una questione di ritmo (tatà-tatà-tatà-tatà-tatàta), l’orecchio metrico mi suggeriva questo. Nulla più.
Ciao
Ora che ci penso, “Il siderodromòscopo” potrebbe essere il titolo di un romanzo di Simenon…
E direi che in questo caso l’accento sia opportuno, Claudio.